sabato 2 gennaio 2010

Consapevolezza e diritto online

Intervista al Prof. Oreste Pollicino, docente di diritto pubblico comparato - Università Bocconi, Milano:

http://www.youtube.com/watch?v=zNq4wH9UHxo

Illegittima l'attività di intermediazione del peer to peer. Sequestrabilità del sito.

La Corte di Cassazione, con la pronuncia n. 49437/09 ha stabilito alcuni importanti principi di diritto in tema di liceità dell'attività dei siti che si propongano come intermediari nell'attività di file sharing in peer to peer.

In particolare la Corte, nel decidere sulla richiesta di sequestro della Procura di Bergamo nei confronti di un noto sito di intermediazione peer to peer svedese, ha stabilito che l'attività lesiva del diritto d'autore viene compiuta dall'utente attraverso l'upload del file tutelato dalle norme sul diritto d'autore.

L'attività del sito, pertanto, che si limitasse a mettere in contatto tra di loro gli utenti, fornendo esclusivamente il protocollo di comunicazione dei dati, si porrebbe in termini neutri - o, per usare un espressione della stessa Corte "agnostici" - nei confronti della condotta illecita del singolo utente che effettui l'upload di file protetti. Tuttavia, laddove il sito offra un serivizio di "indicizzazione", in tal guisa agevolando il reperimento dei soli file illeciti, non può negarsi, ad avviso della Corte, che i responsabili dello stesso concorrano nel reato.

Da ciò ne conseguono ulteriori importanti principi di diritto. In relazione alla sequestrabilità del sito, la Corte ha ritenuto che, nonostante l'immaterialità dello stesso, l'accesso al sito web possa essere "inibito" attraverso un ordine in tal senso rivolto agli Internet Service Provider operanti sul territorio nazionale.

Sotto altro profilo, la Corte ha stabilito la giurisdizione del Giudice italiano, essendo del tutto irrilevante la collocazione geografica dell'hardware di hosting del sito, laddove anche parte della condotta illecita sia consumata in Italia, nella specie attraverso la fruizione dei servizi di indicizzazione del sito da parte degli utenti nazionali.

Andrea Caristi - avvocato in Messina

Gli internauti a caccia di calunnie

Due avvocati e un professore di Diritto della comunicazione hanno creato il sito

Tre messinesi "ripuliscono" la reputazione dei clienti da false informazioni

MESSINA - In terra di buddaci, così definiti da una leggenda popolare che si riferisce a un carattere peculiare dei messinesi, la letargica indifferenza, trovare tre giovani professionisti impegnati a gestire un sito dall´impegnativo obbiettivo (www.difesadellareputazione.it), appare quasi miracoloso. L'idea nasce qualche mese fa ed è mutuata dall´effervescente fantasia americana. Negli Stati Uniti l´"e-reputazione", cioè la propria immagine online, ha assunto un valore essenziale. Andrea Caristi, avvocato penalista, Andrea Pruiti Ciarello, civilista, e Oreste Pollicino, docente di Diritto della comunicazione e dell´informazione all´Università Bocconi di Milano, sono i tre pionieri che, in sinergia con una società, la "Public domain srl", da anni operante a Firenze nel settore della tecnologia informatica, hanno creato il sito, alla cui gestione collabora l´ingegnere fiorentino Cristian Fenzi.
Perché, per rifare un´immagine sconciata da Internet, sono necessari non solamente esperti di informatica ma anche giuristi che ne curino i contenuti. «Lo sviluppo della banda larga - spiega l´avvocato Caristi - con la conseguente crescita esponenziale dei siti aderenti alla filosofia del web 2.0 (nei quali cioè gli stessi utenti contribuiscono a formare i contenuti) come social network, blog, forum, ha condotto all´imponente e spesso incosciente immissione in Rete di dati, anche sensibili, riguardanti ognuno di noi».
Quando ci si trova in presenza di informazioni non vere, volgarità, notizie infamanti che riguardano non soltanto aziende o personaggi pubblici ma anche il privato cittadino, gli esperti possono intervenire su due versanti: «la ripulitura, squisitamente tecnologica, volta a elidere - dice Caristi - l´effetto dannoso del contenuto, ad esempio inserendo un buon posizionamento di commenti favorevoli sui motori di ricerca a scapito di quelli negativi o il supporto legale attraverso l´invito bonario all´autore alla rimozione delle notizie infamanti o vere e proprie azioni inibitorie o risarcitorie o penali. Ma, mentre i tempi della via giudiziaria alla bonifica dell´immagine possono allungarsi, quelli di ripulitura tecnica sono normalmente più brevi».
Chi crede che Internet debba essere uno spazio completamente libero sarà, su iniziative del genere, in totale disaccordo. Ma Oreste Pollicino, da Milano, si dice convinto del fatto che la "e-reputazione" sia un diritto della persona. «La Rete non può essere zona franca - spiega il professore di radici messinesi - e i motori di ricerca hanno a disposizione la tecnologia necessaria per tutelare effettivamente la privacy degli utenti».
Il sito www.difesadellareputazione.it viene gestito da un nucleo fondamentale di quattro professionisti, due avvocati, un docente universitario e un ingegnere (più una rete di collaboratori che si stanno reclutando a livello nazionale). I clienti possono richiedere un "intervento informatico", le cui caratteristiche vengono valutate in relazione al caso specifico. I costi variano da un minimo di poche centinaia di euro a qualche migliaio, a seconda della complessità del problema.

Adele Fortino (22 dicembre 2009)

venerdì 1 gennaio 2010

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